giovedì 4 ottobre 2012

Chirurgia estetica e cellule staminali: facciamo il punto della situazione

Da anni le cellule staminali vengono utilizzate in medicina per la cura di molte patologie, come l'infarto, l'ictus e alcune malattie del sangue. Le cellule staminali sono cellule "indifferenziate" e "totipotenti": sono cioe' le "progenitrici" delle cellule dei nostri tessuti e organi, e posseggono la potenzialità di maturare e diventare cellule specializzate; da esse si possono rigenerare cellule del cuore, del cervello, del fegato, della cute. Così è possibile, ad esempio, sfruttare la loro potenzialità rinnovativa per le aree di tessuti morti dopo un infarto miocardico o un ictus cerebrale. 

L'invecchiamento causa inevitabilmente una perdita di cellule nella pelle; le cellule vecchie inoltre sono meno attive, producendo minori quantità di proteine ed di altre sostanze che invece sono abbondanti nei giovani. Da questa semplice osservazione nasce l'idea di "trapiantare" le cellule staminali dove ci sia bisogno di rinnovare i tessuti che più di altri esprimono "esternamente" i cambiamenti dell'età, e cioè sul viso, sul collo, nelle zone di atrofia cutanea, etc. allo scopo di ringiovanirli e "rimpolparli". 

Anche nell'adulto esistono cellule staminali, sopratutto nel tessuto adiposo, nel midollo osseo e nel sangue periferico. Oggi, con un semplice prelievo di sangue o con una piccola lipo aspirazione, possiamo isolare le cellule staminali del paziente, farle replicare in laboratorio e poi reintrodurle nello stesso soggetto. Una volta iniettate dove ce ne sia bisogno, ad esempio nel viso, nelle mammelle e nei glutei, queste nuove cellule matureranno e diventeranno cellule differenziate della pelle, della mammella o del grasso, ricostruendo così l'architettura e la struttura dei tessuti invecchiati. 
Questo e'quello che teoricamente, ma anche praticamente in alcuni casi selezionati, può essere fatto oggi in estetica. Diverse aziende stanno sperimentando con successo l'utilizzo delle staminali nella chirurgia estetica della mammella: dal sangue della paziente si estraggono le cellule staminali che, dopo averle fatte replicare in laboratorio, vengono applicate su uno "scafold"- cioè su un supporto - fatto da acido ialuronico conformato come una protesi: questo viene inserito dietro la ghiandola mammaria ( come una comune protesi al silicone). Dopo alcuni mesi il supporto in acido ialuronico verra' completamente riassorbito; le cellule staminali nel frattempo si saranno replicate e, "guidate" dallo scafold, avranno creato nuovo tessuto mammario. 

Questa e'la nuova frontiera: al posto delle protesi avremo la possibilità di aumentare il volume del seno con tessuto proprio. Nella nostra pratica di chirurghi plastici e' ormai molto frequente la procedura del Lipofilling: prelievo di tessuto adiposo da zone dove vi sia in eccesso ( con l'ulteriore e talora ricercato effetto positivo di riduzione della zona di adiposità localizzata ), sua preparazione e purificazione, e trapianto a livello del viso ( labbra, zigomi, guance, tempie, solco delle lacrime, etc.), delle mammelle, dei glutei. 
E' assodato ormai che almeno parte delle cellule adipose mature trapiantate sono destinate a morire; una buona parte dell'effetto di aumento volumetrico dipende invece dal fatto che nel grasso che si trapianta, se la tecnica di preparazione e'correttamente eseguita, sono contenute molte staminali: saranno proprio loro a replicarsi e riprodurre il tessuto carente. 

Un ultima terapia molto diffusa in medicina estetica assomiglia concettualmente a quella con staminali, essendo pero molto meno impegnativa e assolutamente non invasiva: si chiama PRP cioè utilizzo di Plasma Arricchito di Piastrine: qui, anziché reintrodurre cellule intere, dopo un semplice prelievo di sangue seguito dalla sua centrifugazione, si ottiene un concentrato di fattori di crescita piastrinici: "ormoni" che verranno, nella solita seduta, reiniettati la dove ci sia bisogno di una forte stimolazione cutanea; e'una vera e propria auto- bio stimolazione ormonale.

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