venerdì 22 aprile 2011

Peeling: turnover cutaneo

Il termine peeling deriva dal verbo inglese to peel (sbucciare, pelare) e si utilizza per indicare una serie di trattamenti cosmetici e medici volti a rendere più elastica e luminosa la pelle del viso. Di solito viene usato come cura riparatrice in situazioni quali la cheratosi, l'invecchiamento cutaneo, l'acne e le cicatrici da essa derivate, la dermatite seborroica. Per migliorare l'aspetto cutaneo è necessario applicare sulla pelle sostanze acide (in percentuali e concentrazioni diverse: acido tricloroacetico (TCA), acido ascorbico, acido glicolico, acido pirurvico, acido lattico, resorcina, acido salicilico). Questo procedimento permette l’esfoliazione dello strato superficiale della cute e promuove la rigenerazione cellulare, inducendo una maggiore produzione di elastina e di collagene. Il risultato è perciò un incarnato più omogeneo, luminoso e una pelle più giovane e levigata.

Il peeling può agire sia a livello del derma più superficiale oppure in profondità, di solito sono consigliate varie sedute di peeling superficiali o di media profondità, piuttosto che eseguire un peeling profondo.
Se facciamo un salto indietro nel tempo scopriamo che questo trattamento era già noto nell’antichità, infatti Egizi, Greci, Turchi, ma anche le popolazioni indiane e babilonesi utilizzavano ingredienti di origine vegetale combinati con zolfo, pomice, polveri minerali e polveri provenienti da piante e fiori per favorire il rinnovamento della pelle.

Nessun commento:

Posta un commento