lunedì 22 aprile 2013

LA “VERA STORIA DEL BOTULINO”

Un breve viaggio tra miti, leggende metropolitane e realtà clinica
































Se quantifico in termini temporali, impiego circa 2 ore a settimana (lavorandone in ambulatorio circa 30) nello spiegare ai miei nuovi (e spesso anche vecchi) pazienti cosa sia il botulino, a cosa serva e soprattutto ad informare correttamente sulla sua sicurezza ed efficacia tutti coloro che ancora si presentano da me premettendo: “…ma il botulino non lo voglio fare….”.  Credo che la storia del botulino, in Italia e sottolineo esclusivamente in Italia, sia emblematica e riproponga un vecchio ma sempre potente modello di disinformazione scientifica, argomento di discussione che nasconde una vecchia lotta di interessi, di bussiness contrapposti. Facciamo chiarezza. Il botulino, a differenza dell’acido ialuronico, è un vero e proprio farmaco. Si tratta di una proteina prodotta in natura da un batterio, noto a tutti per poter contaminare i cibi e le conserve di alimenti. La proteina botulinica funziona come la sbarra di un passaggio a livello: chiude il passaggio dell’impulso nervoso dai nervi motori ai muscoli volontari. In pratica non fa contrarre i muscoli, provoca quello che in medicina si chiama paresi – cioè blocco transitorio della contrazione muscolare, reversibile – da distinguere quindi dalla paralisi, che è definitiva ed irreversibile. Ricordiamoci che moltissimi dei farmaci che tutti noi assumiamo senza problemi e senza pensieri sono prodotti da batteri: molti antibiotici di uso comune, ad esempio, sono sostanze prodotte da alcuni microorganismi proprio allo scopo di bloccare la crescita di altri batteri.
La scienza molto spesso sfrutta a scopo terapeutico delle sostanze normalmente 
presenti in natura. Il botulino ha una storia simile: da anni infatti – anzi da decenni prima 










del suo utilizzo in medicina estetica – i neurologi e gli oculisti lo usavano e lo usano tuttora per trattare malattie ed infermità molto serie, come tic nervosi, spasmi muscolari esito di ictus cerebrali, etc. Poi, agli inizi del nuovo millennio, proprio due oculisti si accorsero che, trattando gli spasmi muscolari delle palpebre dei loro pazienti, miglioravano le rughe della fronte e delle sopracciglia. Da qui nacque l’utilizzo in estetica del Botox, per le rughe della “parte alta” del viso, approvato dalla FDA e poi dal ministero della salute. La prima osservazione che mi viene sempre fatta dai pazienti è: “ma è una tossina!!!!”. Sbagliato, il botulino alle dosi usate in medicina ed in estetica non è tossico. Spieghiamolo con un esempio semplice: provate a bere 2 o 3 litri di acqua in poche ore; accade che andrete spesso al bagno, e che magari vi sentirete meglio (di norma si beve troppa poca acqua….), ma di certo non avrete alcun problema. Provate adesso – lo dico provocatoriamente – a bere 30 litri d’acqua tutti insieme: ammesso e non concesso che lo riusciate a fare, correte un grande pericolo: l’edema cerebrale ed il coma: l’acqua, innocua ed anzi benefica a dosi normali, diventa tossica e addirittura mortale a dosi. Ecco allora che bisogna distinguere nettamente fra l’intossicazione da cibo contaminato dal batterio che ha prodotto milioni di unità (si misura così il botulino ) di tossina, che assorbite dall’intestino inondano il sangue e bloccano tutti i muscoli del corpo, 
soprattutto quelli respiratori - evento che richiede delle terapie rianimatorie immediate - e 
l’inoculazione di poche decine (al massimo un centinaio) di unità di botulino nei sottilissimi muscoli della fronte, delle palpebre e delle sopracciglia, che verranno indeboliti in punti predeterminati al fine di ottenere la distensione delle rughe d’espressione.
Do chiaramente per scontato che a farlo sia uno specialista, non necessariamente un chirurgo plastico, ma anche un dermatologo o comunque un medico che sappia bene dove iniettare il botulino e quante unità iniettare. E qui si apre una storia - quella del botulino “che non fa bene” – che ha cause che nulla hanno a che fare con la scienza: fino a pochi anni fa, soltanto i chirurghi plastici erano legalmente autorizzati ad usare il botulino a fini estetici; gli altri medici non specialisti che si occupavano da sempre di medicina estetica - e sono molti, dai dermatologi, ai “Medici estetici” (non esiste una specializzazione in medicina estetica, diventa medico estetico qualunque medico laureato che la pratichi, che abbia o meno frequentato, pagandoseli e non per aver vinto un concorso pubblico, corsi organizzati da società private e non da Università) non lo potevano per legge utilizzare. Pertanto nacque una corrente di medici che si fecero paladini della pericolosità del Botox e che trovarono ampio spazio sui media italiani, sempre alla ricerca della notizia sensazionalistica. La povera Cesara Bonamici divenne l’emblema del “pericolo Botox”, quando tutti sanno ormai che ella abbia sofferto di problemi di altra e ben più grave natura. Si rafforzò la leggenda metropolitana e sorse addirittura un’associazione di dermatologi – plastici (neologismo coniato ad hoc per accrescere le proprie specifiche competenze), capeggiata dal collega omonimo del politico ex magistrato, che continuò a seminare terrore tra i poveri ignari pazienti, salvo magari trattare nel segreto del proprio ambulatorio le zampe di gallina con piccole dosi di botulino – tanto “poco poco male non fa”. Ma, guarda caso, da quando l’uso del botulino è stato “liberalizzato”, non si ode più alcuna voce dalla parrocchia degli acidoialuronico –puristi. Che il botulino improvvisamente e quasi misticamente sia stato sdoganato da una parte della scienza italiana solleva molti dubbi.
Infine esiste un’altra faccia della medaglia dell’”affaire” botulino, che probabilmente ha inciso ancor più profondamente negli anni caldi della disinformazione: fino a circa tre anni fa esisteva un monopolio, nel senso che una sola azienda in Italia lo poteva vendere; si consideri che nel mondo c’è un libero mercato, dieci e più aziende diverse producono e vendono lo stesso identico botulino, e ciò ovviamente a garanzia del consumatore – paziente finale. Garanzia che il botulino sia sicuro, efficace e duri quei 5-6 mesi promessi. Risulta quindi lampante come le altre aziende, molte delle quali producevano e vendevano fillers a base di ialuronico – avessero l’interesse di osteggiare l’azienda monopolizzatrice. Oggi fortunatamente sono tre le aziende che legalmente possono vendere in Italia il botulino. Non il massimo della concorrenza, ma meglio che niente…
Allora, cari lettori, botulino SI per le rughe che hanno come causa la contrazione eccessiva dei muscoli mimici; acido ialuronico SI per le rughe di cedimento, di invecchiamento e per il rimodellamento dei volumi del viso. Inutile riempire una ruga “mimica”, questa tornerà fuori peggio di prima al primo sorriso, al primo atteggiamento corrucciato della fronte. Il botulino non paralizza – è bene ricordarlo – ma semplicemente, se ben eseguito nei tempi e nelle dosi corrette e nei siti giusti di inoculo – modula, addolcisce la contrazione esagerata, eccessiva dei muscoli della mimica: provate a farvi scattare una foto da un amico quando siete perplessi, arrabbiati, pensierosi, sovrappensiero, sorridenti: scommetto che molti di voi si stupiranno guardandosi e scoprendo come queste emozioni, sentimenti e stati d’animo possano esprimersi in maniera esagerata sulla pelle del viso, solcandola profondamente. Nessuno, io per primo, vuole bloccare le emozioni, l’espressione dell’anima! Si tratta soltanto di trovare la giusta via di mezzo. 

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