martedì 20 dicembre 2011

Il trattamento medico-estetico dell'acne: il laser e le altre terapie

La patologia "acne" riveste un ruolo molto importante dal punto di vista dell'estetica del viso: tanto le lesioni attive, come le papule, i noduli e le pustole, quanto gli esiti cicatriziali e pigmentari costituiscono un importante inestetismo della pelle che mal viene tollerato dai pazienti, i quali lo vivono con sofferenza e spesso con imbarazzo.
La medicina estetica si è da sempre occupata del trattamento degli aspetti "esteriori" dell'acne; fin dagli esordi di questa disciplina "figlia" della chirurgia e della dermatologia estetica, i peelings cutanei a base di acidi, come l'acido salicilico, azelaico, tricloroacetico, etc., rappresentavano l'unica possibile terapia delle lesioni cutanee da acne. Si tratta di metodiche ancora oggi abbastanza valide, ancorché superate ormai da altre più moderne terapie come i laser: l'applicazione sulla cute di sostanze esfolianti (appunto gli acidi) permette di ottenere un effetto di ringiovanimento cutaneo di varia profondità in dipendenza della forza dell'acido, con miglioramento delle piccole cicatrici acneiche e delle pigmentazioni cutanee. Si utilizzano differenti sostanze in base allo stato di attività della malattia acne ( presenza di lesioni attive o di esiti cicatriziali); i peelings cutanei vengono eseguiti in ambulatorio nell'arco di 3-5 sedute.

Oggi tuttavia preferiamo trattare l'acne mediante metodiche più moderne, perché più efficaci e più sicure: l'acne attiva, e quindi la fase in cui la pelle si riempie di "brufoli" più o meno evidenti e profondi, accanto alla terapia dermatologica, viene trattata mediante l'applicazione di sostanze "purificanti" ed esfolianti in forma di maschere: la tretinoina, ad esempio, viene applicata sulla pelle in forma di gel che viene lasciato agire per circa 30-45 minuti. L'effetto che si ottiene è quello di "spegnere" l'acne attiva, senza correre il rischio di causare, come purtroppo può accadere con alcuni peelings come quelli a base di acido glicolico, spesso usato senza criterio anche da personale non medico, spiacevoli effetti collaterali, come le iperpigmentazioni post infiammatorie.

Le cicatrici da acne risultano visibili a causa della loro introflessione rispetto al piano cutaneo circostante. Lo scopo della procedura correttiva non può essere quello di eliminarle completamente, ma, per quanto possibile, di livellarle al piano della cute indenne circostante. Ci si può avvalere dell’abrasione con laser CO2 ultrapulsato che consente di levigare il piano cutaneo e quindi di correggere le cicatrici meno profonde, che vengono pressoché totalmente eliminate, mentre quelle più profonde risulteranno più "strette", più "compatte" e di colorito meno biancastro.
Il laser produce la necrosi (morte) degli strati più superficiali della pelle, e contemporaneamente stimola il metabolismo del derma sottostante, inducendo una sorta di "autoriempimento" delle fossette acneiche. La correzione delle cicatrici da acne va effettuata quando l’acne non è più attiva da almeno sei mesi. Il laser richiede dalle 3 alle 5 applicazioni a cadenza mensile.
La procedura di correzione rende meno visibili le cicatrici da acne, ma non le cancella completamente. La qualità del risultato dipende dalla capacità di guarigione degli strati cutanei residui. Il reale vantaggio del laser rispetto a metodi più tradizionali quali la dermoabrasione a fresa, risiede nel minor danno termico indotto sulla pelle e quindi nella possibilità di guarire meglio ed in tempi più brevi.
Spesso l'acne causa la comparsa di macchie cutanee: queste ultime, che in parte comunque migliorano anche con il laser CO2, possono richiedere ulteriori terapie, come: applicazioni di luce pulsata ad alta intensità; maschere cutanee a base di idroquinone; laser q-Switched per le macchie più profonde.

Nessun commento:

Posta un commento